I risparmiatori alle Good Bank: restituiteci i soldi o chiuderemo tutti i conti

Una risparmiatrice che ha perso tutti i suoi soldi

Una risparmiatrice che ha perso tutti i suoi soldi

ROMA – Natale amaro per i risparmiatori che avevano investito somme di denaro nelle banche finite nel crac: Banca Etruria, Carife, Banca Marche, Carichieti. Dopo la manifestazione di martedì 22 dicembre davanti alla sede della Banca d’Italia a Roma, alla vigilia di Natale arriva un «ultimatum» al governo da parte del comitato «Vittime del Salva-Banche». Se non verrà presa una decisione definitiva in loro favore entro il 31 dicembre, vengono minacciate azioni non solo legali ma anche di chiusura di tutti i rapporti ancora esistenti presso le nuove «Good bank», gli istituti che hanno preso il seguito delle quattro banche dissestate.

«Preso atto che la nostra protesta – scrivono in una lettera-manifesto i risparmiatori – non ha trovato alcun riscontro presso le Istituzioni Italiane Competenti e che neppure il Presidente della Repubblica Mattarella ha voluto incontrarci. Preso atto che ormai da giorni stiamo assistendo ad uno sconsolante quadro di connivenze tra politica e organismi di controllo, dichiariamo ufficialmente che la nostra prossima iniziativa sarà nello stile di coloro che hanno voluto colpirci». Della serie «chi di azzeramento ferisce di azzeramento perisce».

«Chiediamo per l’ultima volta – afferma il comitato «Vittime del Salva-Banche» – una soluzione soddisfacente e definitiva per tutti i risparmiatori coinvolti, nessuno escluso. Il tutto entro il 31 dicembre. Decorso tale termine provvederemo, nell’ordine:

  1. All’immediata chiusura di tutti i rapporti bancari con le nuove realtà «ripulite»;
  2. Alla vendita di tutti i prodotti di investimento ancora in essere;
  3. Ad intraprendere battaglie legali collettive ed individuali a pioggia, civilmente e penalmente nei confronti di tutti gli attori coinvolti nella vicenda;
  4. A veicolare il trasferimento di queste masse presso istituti bancari esteri operativi in Italia o presso Istituti di Credito Cooperativo che stanno intervenendo volontariamente e collegialmente per tutelare i propri clienti/risparmiatori dai dissesti di alcune banche consociate;
  5. A boicottare quindi con tutti i mezzi possibili le banche coinvolte nel salvataggio;
  6. Ci faremo portatori di tale messaggio nei confronti di tutte le cerchie sociali a noi vicine;
  7. Rispediamo al mittente per l’ennesima volta il patetico arbitrato e l’incapiente fondo di solidarietà».
Il comitato “Vittime del Salva-Banche" davanti alla Leopolda a Firenze

Il comitato “Vittime del Salva-Banche” davanti alla Leopolda a Firenze

Nel frattempo le quattro nuove «Good Bank» hanno riunito i loro consigli di amministrazione, dichiarando – in una nota – di «essere al lavoro per ritornare a sostenere i territori e le loro comunità». Gli istituti «hanno posto massima attenzione sulle famiglie e sulle piccole imprese, promuovendo l’azione sui territori di tradizionale insediamento e facendo piena leva sull’eccellente solidità patrimoniale (oltre 1,800 miliardi di euro) di cui le Nuove Banche dispongono».

Le Nuove Banche, viene ribadito, non sono titolate ad attivare nuove azioni di responsabilità e al contempo non possono essere oggetto di azioni da parte dei precedenti azionisti ed obbligazionisti subordinati. I consigli di amministrazione «hanno voluto esprimere profonda riconoscenza ai 6.000 dipendenti delle Nuove Banche per l’energia e la passione profusi verso l’azienda e verso la clientela in questa impegnativa fase di avvio».

 

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