Olio di oliva greco venduto come toscano. Sequestrati 300 quintali
FIRENZE – Veniva commercializzato come olio di oliva toscano Igp, indicazione geografica protetta, ma in realtà proveniva dalla Grecia attraverso la Puglia. Oltre 300 quintali di olio sequestrati, 47 persone indagate per frode in commercio e contraffazione, 27 sequestri effettuati nelle province di Grosseto, Firenze, Arezzo, Siena e Foggia. Questo il bilancio di un’operazione condotta dal Corpo Forestale dello Stato presso commercianti, imbottigliatori, titolari di frantoi, su mandato della procura della Repubblica di Grosseto.
Le indagini, avviate dal 2015, hanno permesso di ricostruire la «tracciabilità» dell’olio di oliva non solo attraverso documentazione informatica e cartacea (documenti di trasporto, ricevute) ma anche – e soprattutto – con l’esame del Dna dell’olio stesso, da tempo «attenzionato» dagli investigatori. Da questo esame, utilizzato da poco tempo tra i metodi d’indagine, si identificano in maniera inequivocabile specie e varietà diverse di olive dalle quali è stato prodotto l’olio sotto controllo.
Il risultato della lunga indagine (cui hanno cooperato anche l’Ispettorato frodi per Toscana e Umbria del Ministero delle politiche agricole e il nucleo frodi tecnologiche della Guardia di Finanza) ha permesso di far emergere «una consolidata attività illecita di commercializzazione di olio extravergine di oliva Igp toscano – si legge in una nota della Procura di Grosseto – che in realtà proveniva dalla Puglia e dalla Grecia. In tal modo gli indagati sono riusciti a lucrare sul maggior prezzo che l’olio toscano di pregio ha rispetto all’olio italiano e comunitario, sia sul mercato nazionale che sui mercati esteri».
Le indagini disposte dalla Procura maremmana sono partite dall’esame dell’attività di alcuni soggetti che acquistavano olio di oliva greco per poi cederlo come italiano o addirittura come Igp Toscano. L’attività illecita, secondo la procura, è stata possibile con la connivenza di titolari di frantoi che hanno simulato false moliture e accettato pari quantitativi di olio in nero proveniente dalla regione Puglia, inquinando con queste false partite il prodotto di pregio della Toscana.
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