Contro il terrorismo la Francia schiera anche i riservisti dell’Esercito
PARIGI – Contro il terrorismo la Francia mette in campo anche i riservisti delle Forze Armate. Oggi 10 marzo il ministro della Difesa Jean-Yves Le Drian presenterà una serie di misure che prevedono un aumento del budget del 77% in quattro anni: da 71 milioni di euro del 2014 a 125 milioni nel 2018. Lo anticipa sul web il quotidiano parigino Le Figaro, precisando che a regime saranno operativi circa 1000 riservisti al giorno, circa tre volte in più rispetto al periodo precedente gli attacchi terroristici del 13 novembre 2015 a Parigi.
Per far parte della «riserva operativa» occorre essere cittadini francesi, con o senza esperienza militare, un’età minima di 17 anni e firmare una «ferma prefissata» (si direbbe in Italia) di un periodo da 1 a 5 anni. Tutte le «reclute» riceveranno una formazione specifica per poter essere di rinforzo temporaneo alle Forze Armate, in particolare all’Esercito.
I riservisti saranno principalmente impiegati nella protezione interna anti terrorismo e nel controllo del territorio. Serviranno a integrare l’operazione «Sentinelle» (l’equivalente dell’italiana «Strade sicure») messa in campo dopo gli attentati del gennaio 2015, in particolare quello alla sede del settimanale Charlie Hebdo. Ma le riserve verranno utilizzate anche a protezione di siti militari e a rinforzo degli stati maggiori.
Di numeri ancora non si parla con precisione. Si sa solo che lo stesso presidente della Repubblica François Hollande aveva parlato, già nel novembre scorso, di una mobilitazione di circa 40.000 riservisti contro gli attuali 28.000. Ma resta sempre da capire se si trattava solo di un «annuncio», strumento tanto caro ai politici di qua e di là delle Alpi, o di un vero programma operativo contro il terrorismo.
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