Voglia di Antistato dietro la falsa maschera del perbenismo

Polizia e Carabinieri

ROMA – C’è sempre stato in Italia un diffuso sentimento di odio e livore, quantomeno di diffidenza, verso le Forze di Polizia, in parte attenuato ed isolato dall’affetto, dall’affidamento e dalla simpatia che talora molta parte di popolazione manifesta, come nei periodici sondaggi sul gradimento verso le Istituzioni che vedono Carabinieri e Polizia sempre ai primi posti con percentuali spesso dell’80%.

É in quel 20% che si annida l’ Antistato e che trova radici in una sorta di anarchia congenita, insita nello spirito e nei comportamenti di talune categorie e, da qualche tempo, manifestamente più accesa e più aggressiva.

Quali categorie? Lasciata da parte la criminalità la cui idiosincrasia, che ha ragioni fin troppo ovvie, è tuttavia un misto di timore, soggezione ed avversione più che di odio vero e proprio, in prima fila si collocano sicuramente tutte le frange dell’estremismo che si oppongono per natura allo Stato ed alle sue Istituzioni.

Centri sociali, anarchici, movimenti del dissenso sono i gruppi più rappresentativi che, fondando le loro ideologie e le proprie condotte sull’attacco allo Stato, combattono le Forze di Polizia che dello Stato sono il primo baluardo. In mezzo a loro si ritrovano poi tutte le tipologie del disagio, dai derelitti ai drogati ai disadattati e, più recentemente, ai clandestini non integrati.

Ma, al di sopra e dietro tutti costoro, da qualche tempo allignano gli intellettuali o pseudointellettuali del linciaggio, che, dietro la falsa maschera dell’uguaglianza dei diritti, della tutela dei più deboli, della lotta ai soprusi, non perdono occasione e spunto per aggredire sottilmente, attraverso le parole, la sobillazione e lo spargimento di fango, le Forze di Polizia.

Sono coloro che, sforzandosi di non apparire prevenuti o aggressivi anzi abilmente truccandosi da cultori di legalità e di non violenza e riuscendo a manipolare con le parole fatti e situazioni,  da un evento o un episodio estrapolano  aspetti propizi ai loro scopi e ne fanno manifesti, o addirittura campagne, di demolizione di quella Forza di Polizia o quell’altra.

Ne scaturiscono spesso, da un minimo spunto esaltato e gonfiato, la trasformazione della verità e la messa in croce di tutori dell’ordine.

É il caso, in particolare, anche di qualche espressione giornalistica o televisiva che, attraverso queste facciate, mira da un lato a creare lettori o audience con il clamore e la denuncia, e dall’altro ad abbattere credibilità e fiducia verso le Istituzioni attaccate.

Per carità ci sono carabinieri e poliziotti che sbagliano e commettono anche reati. Quando però si cercano e si esaltano queste situazioni per altri fini ovvero, ancora peggio, si trasformano reazioni legittime in atti illeciti o in eccessi, questo costituisce sicuramente esercizio strategico di Antistato e segnale di profondo malessere. Specie quando la creazione di questi scenari viene fatta in modo abituale.

 

 

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Massimo Cetola

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