Usa 2016: alla Clinton il secondo match televisivo, ma Trump resta in corsa
SAINT LOUIS (Usa) – Hillary Clinton vince il secondo dibattito televisivo con Donald Trump, ma quest’ultimo supera le attese. Ecco la sintesi, per la Cnn, dell’atteso scontro tra i due candidati alla Casa Bianca, nella notte (ora italiana) tra domenica 9 e oggi lunedì 10 ottobre. In altre parole, poteva andare peggio per il candidato repubblicano, bersagliato alla vigilia del «match» dal video di 10 anni fa in cui esprimeva pesanti giudizi sulle donne.
Secondo un primo sondaggio del network americano (567 telefonate dopo il dibattito) Clinton avrebbe ottenuto il 57% dei favori degli ascoltatori, contro il 37% di Trump. Una vittoria per la ex first-lady che, partita avvantaggiata, è rimasta sotto il 62% del primo dibattito televisivo del 27 settembre. Prossimo e ultimo incontro-scontro televisivo il 19 ottobre. Poi via verso le elezioni presidenziali dell’8 novembre.
L’inizio è gelido e la tensione in sala a St. Louis si taglia a fette. In prima fila i familiari dei due contendenti. Da un lato i Trump, con la moglie Melania elegantissima ma muta e dallo sguardo nervoso. Dall’altro i Clinton, con l’ex presidente Billy, la figlia Chelsea e il marito apparentemente più sorridenti ma senza eccedere. Nessuna stretta di mano invece tra Hillary Clinton e Donald Trump al loro arrivo. Ci sarà invece alla fine del dibattito, quando Hillary cita i figli di Trump («devoti e capaci») e Trump ammette che la sua avversaria è un tipo che «non molla mai, è una combattente».
Il dibattito non risparmia colpi bassi da nessuna delle due parti, anche se Clinton non riesce (o non vuole) a sferrare il k.o. al suo avversario. Trump gioca d’anticipo con una breve apparizione a sorpresa poco prima del duello insieme a quattro donne: tre ex accusatrici di Bill Clinton (Paula Jones, Wathleen Willey e Juanita Broaddrick) e una (Kathy Shelton) che rimprovera a Hillary di aver difeso quando era avvocato il suo stupratore. Poi Trump le porta anche al dibattito e le fa sedere a poca distanza da Bill. Tanto per partire alla pari nel match. Dove comunque il magnate non si tira indietro, dicendo – a proposito del video sessista contro di lui che ha fatto il giro del mondo – «non ne sono orgoglioso, me ne scuso con la mia famiglia e con il popolo americano, ma erano chiacchiere da spogliatoio». E assicura di non essere mai stato aggressivo con le donne. A differenza di Bill Clinton, dice Trump, che «ha abusato delle donne, come mai nessuno in politica».
Il terreno è minato anche per Hillary, che a sua volta – incalzata da Trump – chiede scusa («è stato un errore») per l’ «emailgate», l’utilizzo della posta elettronica governativa per decine di migliaia di messaggi personali. «Se fossi presidente nominerei un procuratore speciale per indagare l’uso del server privato e tu saresti in galera». Questo l’affondo più pesante di Trump verso Hillary che replica attaccandolo sulle tasse federali non pagate, pur nel rispetto della legge. Donald però ribalta: «Certo che l”ho fatto. Fanno così anche gran parte dei tuoi donatori».
Poi (finalmente) il dibattito si sposta su argomenti più vicini alla vita dei cittadini. Dal sostegno al mondo giovanile all’assistenza sanitaria: «la riforma Obama un disastro» dice Trump. «Oltre il 90% degli americani ora è garantito» ribatte Clinton. In politica estera: visioni agli antipodi su mondo islamico e sui rapporti con la Russia di Putin, visti con favore da Trump mentre la Clinton accusa il Cremlino di un tentativo senza precedenti di interferenza sul voto americano. Forse in quel momento dimentica che l’ambasciatore Usa in Italia John Phillips si è recentemente schierato per il «sì» al Referendum costituzionale del 4 dicembre in Italia.
Alla fine, come si diceva, la stretta di mano che era mancata all’inizio. Ultima ripresa nella notte tra il 19 e il 20 ottobre. Quella decisiva.
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