Firenze, due arresti per gli spari contro l’imprenditore vicino a Matteo Renzi
FIRENZE – Due persone sono state arrestate dalla Guardia di Finanza a Firenze con l’accusa di estorsione verso l’imprenditore Andrea Bacci, molto vicino da sempre all’ex premier Matteo Renzi. Contro la sua auto e l’esterno della sua azienda di pelletterie («AB Florence» a Scandicci) ci furono spari di arma da fuoco lo scorso 23 gennaio. Altre due persone sono indagate.
A finire in carcere, nella serata di lunedì 27 febbraio, sono stati un catanese di 48 anni e un imprenditore edile campano di 44 anni, titolare della FCM srl con sede ad Altopascio (Lu). Questa è una ditta edile che vanta un credito di circa 270 mila euro nei confronti della Coam srl, un’altra impresa edile il cui soggetto economico risulta essere lo stesso Bacci e amministratore una terza persona. Per la Coam, azienda da tempo in difficoltà economiche, è in corso una procedura fallimentare presso il Tribunale di Firenze, parallelamente alla quale – sotto il profilo penale – il Bacci è indagato per bancarotta fraudolenta e accesso abusivo al credito.
DEBITO NON PAGATO
Torniamo agli arresti di ieri 27 febbraio. Sono stati disposti dal Gip Anna Liguori, su richiesta dei pm Luca Turco e Christine Von Borries. Le indagini, svolte dai finanzieri del Gico (Gruppo Investigativo Criminalità Organizzata) di Firenze, hanno accertato che le due persone si sarebbero rese responsabili di atti intimidatori verso l’imprenditore Andrea Bacci. Il motivo? Il mancato pagamento del debito di 270 mila euro verso la Fcm srl, con cui erano state avviate trattative per la cessione in permuta di un immobile a Livorno di proprietà della Coam srl, stimato circa 190 mila euro.
Le trattative stesse, sancite nel 2016 da un preliminare di vendita, erano state però interrotte dall’istanza di fallimento della Coam srl presentata dalla Procura della Repubblica di Firenze e dalla successiva richiesta di concordato preventivo della Coam stessa. Su entrambe le richieste dovrà esprimersi il Tribunale fallimentare di Firenze.
INTIMIDAZIONI E SPARI
Nel frattempo i creditori sarebbero, secondo l’accusa, passati alle vie di fatto verso il Bacci e il suo amministratore. Frequenti e pesanti le minacce telefoniche per saldare il debito. Fino alla giornata di lunedì 23 gennaio quando nella mattina furono esplosi colpi di arma da fuoco contro la Mercedes del Bacci parcheggiata nel piazzale della AB Florence a Scandicci. Nella serata successiva, poco dopo le 20, altri spari verso la facciata esterna della stessa AB Florence. Da quanto si è appreso non sarebbero stati trovati bossoli per terra, tanto da far supporre che per gli spari possa essere stato utilizzato anche un fucile.
INDAGINI
Per le indagini dei finanzieri sono stati anche utilizzati, oltre a intercettazioni telefoniche, anche riprese video delle telecamere esterne all’AB Florence. Ed è questo forse uno dei punti ancora da chiarire della vicenda. Resta da capire come mai chi compie un atto intimidatorio come sparare nello stesso posto colpi d’arma da fuoco, non si sia preoccupato come prima cosa se ci fossero telecamere in grado di riprendere la scena.
Non sono stati ancora individuati gli autori materiali delle due sparatorie. Altre due persone, sulle quali viene mantenuto il massimo riserbo dagli investigatori, risultano indagate ma sulle quali non è stato ancora emesso alcun provvedimento. Non è escluso che dagli interrogatori di garanzia in carcere dei due arrestati i magistrati si attendano ulteriori importanti sviluppi della vicenda.
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