Aglione della Valdichiana, la nuova sfida dell’agricoltura toscana
SINALUNGA (Si) – Si chiama aglione, ma è dolce quasi come le cipolle cotte. Può arrivare a pesare anche un chilo, ma è solo un lontano parente dell’aglio comune, da cui si differenzia per il minor contenuto di zolfo. Quello che, per capirsi, resta più a lungo nell’alito, tanto da essere percepito anche dal vicino di tavola. Piatto forte è la pastasciutta al sugo di aglione, i pici per eccellenza. Ma altrettanto gustose sono le tartine alla crema di aglione, che fanno sempre più serrata concorrenza alla tradizionale bruschetta strofinata con l’aglio.
STORIA MILLENARIA
La Valdichiana, tra Arezzo e Siena, è la terra madre di questo prodotto della terra. L’ aglione esiste da secoli ma con un ruolo secondario nella cucina. Una testa di aglione Coltivato negli orti è stato quasi sempre stato destinato all’autoconsumo domestico. Difficile, se non raro, trovarlo in vendita nei negozi di ortofrutta e tanto meno nella grande distribuzione alimentare.
PRODUTTORI IN CAMPO
Ora le cose stanno cambiando. Oltre una ventina di produttori si sono uniti nell’«Associazione per la tutela e la valorizzazione dell’aglione della Valdichiana». Qui la pagina Facebook. Un’iniziativa – presieduta da Ivano Capacci – partita a Montepulciano nel gennaio 2017, che ha già raccolto l’adesione di molti comuni del territorio, ma anche di associazioni quali Coldiretti, Confagricoltura, Cia.
Il primo incontro pubblico si è svolto sabato 17 giugno, nella suggestiva cornice della Tenuta della Fratta a Sinalunga, con un convegno sul tema «Biodiversità e proprietà nutrizionali dell’Aglione». Dove la lettera maiuscola non è un errore, ma una scelta voluta per identificare nell’Aglione un vero e proprio partner, alla riscoperta dei gusti e della genuinità dei prodotti agricoli.
AGLIONE IN CERCA DI TUTELA
«L’importante è riuscire a blindare questo prodotto della Valdichiana – ha sottolineato tra l’altro l’agronoma Luciana Becherini – anche per fronteggiare l’arrivo, soprattutto dall’estremo oriente, di ortaggi chiamati aglione, ma di cui in realtà si ignora qualità e provenienza».
«Il marketing e l’immagine sono essenziali, ma da soli non bastano» ha ricordato il professor Pier Luigi Rossi, medico nutrizionista. «Occorre che si sappia – ha detto – quali sono le proprietà dell’ aglione e a cosa serve. A cominciare dalla protezione dell’intestino, oltre a essere un ottimo integratore. In una parola, non basta riuscire a produrlo e venderlo, bisogna anche farlo conoscere. La poesia, la cartolina del luogo d’origine non bastano più. Sono solo una cornice a cui vanno aggiunti i contenuti».
ADESIONE DEI SINDACI
Tra i presenti numerosi sindaci del territorio: Francesco Sonnati sindaco di Foiano della Chiana, Marco Barbagli di Marciano nella Chiana, Ginetta Menchetti di Civitella in Valdichiana, Roberta Casini di Lucignano, Giacomo Grazzi di Torrita di Siena, Riccardo Agnoletti di Sinalunga. I comuni di Cortona e Montepulciano erano rappresentati rispettivamente dagli assessori Albano Ricci e Franco Rossi. Parola d’ordine è «stare uniti» in un progetto di valorizzazione di un prodotto del territorio come l’ aglione. Anche per non ripetere – dicono all’Associazione – errori campanilistici del passato per altri prodotti. Tra gli obiettivi a breve la possibilità di un acquisto collettivo del seme. «Per selezionare la qualità – dice Luca Ginestrini di Confagricoltura – e fare i controlli sul terreno». Ma non basta. Si va verso anche una vendita combinata di prodotti di qualità, come un pacco di pici venduto con un vasetto di crema di aglione. Tutto «made in Valdichiana» naturalmente.
Tags: Aglione, Agricoltura, Regione Toscana
Antonio
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Cercavo semi di aglione della Val di Chiana per il mio orticello e mi sono imbattuto qui, non dispero, ho tempo fino ad ottobre. Ciao ciao!
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