Verso la fine di una legislatura illegittima, salvo proroga

Senato e Camera dei Deputati in seduta comune

ROMA – Per lo scorso 12 settembre il generale dei carabinieri in congedo Antonio Pappalardo, classe 1946, aveva organizzato una «marcia su Roma» per gli aderenti del Movimento Liberazione Italia. Lo scopo provocatoriamente dichiarato era di cacciare i parlamentari dalle Camere perché eletti illegittimamente e perciò colpevoli di flagrante usurpazione di funzioni politiche. Il Questore di Roma, pur avendo vietato la manifestazione, non ha di fatto impedito al generale di incontrare gli appartenenti al movimento nei locali del cinema Capranichetta, adiacente a Palazzo Montecitorio. Al termine dell’incontro, il Pappalardo usciva in Piazza Montecitorio e, attorniato dai suoi sostenitori che inscenavano un sit-in, riusciva a consegnare ad un funzionario di Polizia –in servizio di ordine pubblico – una lettera diretta al Presidente della Repubblica con la diffida a sciogliere le Camere entro trenta giorni, pena l’intervento diretto del popolo sovrano. Tra urla, fischi e applausi, il generale chiedeva ed otteneva pure una firma di ricevuta da parte dell’imbarazzato funzionario. L’evento era stato preceduto, accompagnato e seguito da un quasi totale silenzio degli organi di informazione, stampa e reti televisive.

ARRESTO DI POPOLO

L’iniziativa seguiva un evento molto singolare, verificatosi il 14 dicembre dello scorso anno. L’ex parlamentare forzista Osvaldo Napoli, uscito da Montecitorio, veniva bloccato da un gruppo di attivisti del gruppo «9 dicembre Forconi» e dichiarato platealmente in arresto per usurpazione di potere politico ed altro. L’intervento dei Carabinieri in servizio nella piazza poneva fine alla insolita situazione, senza però impedire al portavoce dei Forconi, tale Danilo Calvani, di annunciare che l’azione sarebbe stata replicata perché «è un parlamento illegittimo». Nella circostanza, arrivò anche il generale Pappalardo che, precisato di essersi trovato casualmente a passare di li, spiegò i motivi per i quali i Forconi sarebbero stati effettivamente legittimati ad agire contro i parlamentari, esercitando il potere di arresto riconosciuto ai cittadini.

PARLAMENTO ILLEGITTIMO

Ma la teoria della legislatura illegittima non è stata né è prerogativa esclusiva del Generale Pappalardo, bensì è stata argomento di accesi dibattiti che hanno preceduto la sentenza pronunciata dalla Corte Costituzionale il 25 gennaio di quest’anno, che ha rilevato numerose questioni di legittimità costituzionali della legge elettorale n. 52 del 2015, c.d. «italicum». E non basta, la sentenza n.1 del 2014 della stessa Corte, dichiarata la incostituzionalità della legge elettorale nota come «Porcellum», aveva statuito che le Camere, risultate elette con una legge dichiarata appunto incostituzionale, potevano continuare a funzionare solo sulla base del «principio fondamentale della continuità dello Stato». Un principio che postulava una azione legislativa solamente ed esclusivamente essenziale e necessitata, di breve durata, che con riferimento all’istituto costituzionale della «prorogatio» ex artt. 61 e 77 della Costituzione non avrebbe dovuto superare i tre mesi! E invece il Parlamento, nonostante i limiti operativi e temporali imposti dalla corte Costituzionale, ha ritenuto di avviare addirittura una modifica costituzionale, tuttavia naufragata.

IL QUIRINALE

Che dire? Il ripetuto invito e richiamo del Presidente della Repubblica, rivolto inutilmente a Governo e Parlamento, di varare al più presto una nuova legge elettorale è caduto nel vuoto e non è sembrato interessare granché, a nessuno dei partiti, tutti presi da capziose questioni ruotanti intorno al loro mero tornaconto elettorale, in vista della scadenza della legislatura che, costituzionalmente illegittima se non addirittura abusiva, minaccia di giungere al termine e forse spera magari anche in una proroga. Proroga che potrebbe servire per approvare una impossibile ed improbabile legge elettorale, che non solo non potrà trovare ampi consensi nelle forze di maggioranza e opposizione, ma potrebbe non trovare neppure la maggioranza legale, viste le miserande condizioni in cui versa il partito di maggioranza, dilaniato da incredibili divisioni e scissioni.

CORTE COSTITUZIONALE NON RISPETTATA

Altro interrogativo che ci si dovrebbe porre è quale sia l’organo dello Stato che deve assicurare l’ottemperanza delle sentenze della Corte Costituzionale. Se a non ottemperare sono le Regioni, è il Governo che deve provvedere. Ma se a non ottemperare sono sia il Governo che il Parlamento? Non abbiamo una risposta. Potrebbe essere il Presidente della Repubblica? Forse, ma non sembra nelle condizioni di farlo. Eppure quello in carica viene dai ranghi di quella Corte che ha pronunciato quelle sentenze che ben conosce! Forse non avrebbe neppure dovuto accettare l’elezione da un Parlamento eletto con modalità ritenute incostituzionali.

E poi, avendo comunque accettato l’elezione, preso atto che non ci sono le condizioni per giungere ad una legge elettorale condivisa, per evitare una agonia politica dannosissima, perché non sciogliere subito le camere e votare con le leggi emendate dalla Corte Costituzionale? Sarebbe un monito per tutti! Ma qui, poi, si eccepirebbe che le distinte leggi che disciplinano l’elezione del Senato e della Camera non consentono di avere una maggioranza omogenea in entrambe le camere. Vero, verissimo! Ma è la Costituzione che lo vuole! Vuoi vedere che quella illegittima, la causa di tutto, non è la legislatura ma è proprio lei, la Costituzione, quella «più bella del mondo» che in 70 anni di Repubblica ci ha fatto cambiare 67 governi, e tutti fanno finta di non accorgersene.

 

Tags: ,

Lascia un commento

Logo Osservatore

Osservatore Libero

Oltre la Cronaca. News, report e commenti
Chi siamo

Seguici su:

Collegati

Privacy Policy