Guide turistiche, protesta nazionale contro la Regione Toscana
FIRENZE – Protesta nazionale delle Guide turistiche contro i corsi «facili» di abilitazione alla professioni, a pagamento, gestiti dalla Regione Toscana con valenza nazionale. Un «modello toscano» che la conferenza Stato-Regioni voleva tentare di esportare in tutta Italia, ma la cui diffusione al momento è stato bloccata dal Mibact.
Un corteo di guide turistiche professionali, arrivate da numerose regioni italiane, si è mosso martedì 30 gennaio da piazza San Marco per raggiungere la vicina sede del Consiglio Regionale della Toscana in via Cavour.
CORSI FACILI NEL MIRINO
Nel mirino i corsi abilitativi, vigenti solo in Toscana e a pagamento, presso enti privati convenzionati con la Regione. Vi arrivano frequentatori da diverse parti d’Italia e dall’estero, che al termine conseguono l’abilitazione a guide turistiche in tutto il territorio nazionale. Guide che dunque possono accompagnare turisti indifferentemente alla Galleria degli Uffizi, al Colosseo, in Vaticano o al Teatro greco di Siracusa. «Senza che le competenze e le conoscenze del patrimonio culturale siano mai state verificate» si legge in un volantino dei partecipanti alla manifestazione di Firenze, che ricordano come centinaia di abilitazioni finiscano anche a soggetti stranieri che conoscono a stento l’italiano. «Solo esami pubblici seri e rigorosi possono abilitare professioni di qualità» è stato ripetuto più volte.
Al corteo erano presenti molte sigle sindacali da Angt a Filcams Cgil, da Flaica Cub a Uil Tucs, alla Federagit, la federazione italiana guide turistiche accompagnatori ed interpreti della Confesercenti. Assenti invece gli aderenti a Confguide di Confcommercio.
IL MODELLO TOSCANO
«Gli obiettivi da raggiungere li condividiamo da sempre – dice Maria Paola Migliosi presidente nazionale di Confguide – ma non il metodo. La protesta in strada offre solo una limitata ribalta, ma non porta risultati. Occorre invece confrontarsi in maniera costruttiva con Stato e Regioni per arrivare a individuare standard professionali, a livello nazionale, per diventare guide turistiche. Dalla laurea a bandi pubblici uniformi sull’intero territorio nazionale. Come pure esami seri che prevedano una parte scritta a tema (e non a quiz) e per la parte orale anche l’accertamento delle competenze linguistiche».
«Il modello toscano – conclude Migliosi – non porta lavoro ma solo disoccupazione, perché l’aumento delle abilitazioni concesse è seguita da un peggioramento qualitativo dei servizi offerti ai turisti. Anche la mancanza di freni e controlli contro il crescente fenomeno delle guide turistiche abusive porta solo maggiori sacche di evasione fiscale, a danni dell’Erario e delle guide professionali che da sempre pagano le tasse».
LE FOTO DELLA MANIFESTAZIONE
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Tags: Guide turistiche, Regione Toscana, Turismo