Ergastolano in libertà condizionata gestiva un noto bar: arrestato per droga a Firenze
FIRENZE – Era stato condannato all’ergastolo per omicidio ma si trovava in regime di libertà condizionale. Tanto da poter gestire di fatto il noto «Bar Curtatone» a Firenze, ma soprattutto finanziare un’associazione finalizzata alla coltivazione, in Spagna, di grossi quantitativi di marijuana da importare e commercializzare in Italia. Si tratta di Giovanni Sutera, 60 anni, accusato con il fratello Renato Sutera, 56 anni, del medesimo reato di associazione a delinquere. A carico del primo ci sono due sentenze di condanna definitiva per l’omicidio del gioielliere fiorentino Vittorio Grassi avvenuta nel maggio 1982 (25 anni di carcere) e della giovane diciassettenne Graziella Campagna a Villafranca Tirrena (Messina) nel dicembre 1985 (ergastolo).
IL BLITZ
All’alba di martedì 27 marzo, i Carabinieri del Comando Provinciale di Firenze hanno arrestato i due fratelli Sutera su mandato del Gip di Firenze Paola Belsito, al termine di un’indagine avviata nel dicembre 2016. Contemporaneamente le manette sono scattate anche a Bergamo per l’albanese Pavlin Delia (38 anni), residente a Cenate di Sotto (BG), indicato dagli inquirenti come destinatario finale di parte dello stupefacente importato dalla Spagna. Quarto arrestato è lo spagnolo Ruben Crespo Guerra, 43 anni, un «pericoloso pregiudicato di Valladolid – riferiscono i Carabinieri – con precedenti penali per omicidio, rapina e traffico di stupefacenti». Il suo arresto è stato eseguito in Spagna con il supporto di personale dell’Area del crimine organizzato del Mossos D’Esquadra, la polizia regionale della Catalogna.
Le indagini, coordinate dal Pm Giuseppina Mione e condotte dal Reparto Operativo dei Carabinieri, hanno permesso di documentare come due i fratelli Sutera, di origine palermitana, titolari di fatto del noto bar – pasticceria «Curtatone» di Borgognissanti 167r a Firenze, abbiano preso parte con il ruolo di finanziatori ad un’associazione finalizzata alla coltivazione, in Spagna, di ingenti quantitativi di marijuana da importare e commercializzare in territorio nazionale. Non erano passati inosservati i frequenti spostamenti di Renato Sutera in Spagna, dove l’indagato avrebbe preso parte in prima persona all’organizzazione dell’attività di produzione della droga nell’area di Calafell, nei pressi di Tarragona, a circa 100 km a sud di Barcellona verso il confine francese. Proprio lì, nel giugno 2017, le forze di polizia catalane avevano sottoposto a sequestro una piantagione al coperto di cannabis sativa riconducibile agli indagati.
NON SOLO DROGA
Ma gli illeciti oggetto d’indagine dei Carabinieri non si ferma qui. Contestualmente agli arresti dei quattro indagati, i militari hanno dato esecuzione a un decreto di perquisizione con informazione di garanzia, disposto dalla DDA presso la Procura della Repubblica di Firenze. Sono 11 le persone indagate nei cui confronti vengono contestate le ipotesi di reato di trasferimento fraudolento di valori e bancarotta fraudolenta. Secondo quanto emerso nel corso delle indagini, gli stessi fratelli Sutera avrebbero
- costituito società commerciali fittizie, intestate a prestanome, così schermando la titolarità e comunque la disponibilità effettiva del bar – pasticceria «Curtatone», a loro pienamente riferibile;
- causato il fallimento di tali società, omettendo sistematicamente di versare i contributi previdenziali e le imposte e, con il concorso dei prestanome, sottratto i libri e le scritture contabili delle società con lo scopo di procurarsi ingiusto profitto e recare pregiudizio ai creditori.