Sim-GdF, si dimettono presidente e segretario generale
ROMA – Cambio ai vertici del Sim-GdF il sindacato militare della Guardia di Finanza. Ad appena 6 mesi dalla sua costituzione lasciano il presidente Andrea Leccese e il segretario generale Cleto Iafrate. Li sostituirà alla guida del sindacato Gaetano Insinna, eletto sabato 28 settembre segretario generale. Le cariche di presidente e di segretario generale aggiunto (ruolo finora ricoperto dallo stesso Insinna) restano così vacanti, in quanto – si legge in una nota pubblicata sulla pagina Facebook del sindacato militare – «allo stato, non necessarie per il governo e la rappresentatività del sodalizio associativo».
«Non è facile, con le ‘regole d’ingaggio’ oggi a disposizione – si legge nella nota – conciliare impegni familiari, lavorativi e, nel contempo, svolgere ruoli apicali sindacali in assenza di tutele normative che diano reale agibilità e operatività sindacale. Allo stato il progetto di legge (non proprio il migliore possibile) sui sindacati militari risulta ‘congelato’ ormai da tempo presso la IV Commissione Difesa della Camera dei Deputati e vede i ‘carbonari’ dei sindacati militari costretti a svolgere la propria funzione sottraendo il loro tempo alle famiglie, a svolgerlo lontano dalle caserme e a spese proprie».
Un esempio? Non sono (ancora) consentiti permessi sindacali e i dirigenti del sindacato – per potersi riunire – devono farlo a proprie spese, fuori dell’orario di lavoro e magari prendendo un giorno di licenza.
«Il Sim-GdF resta fermamente convinto – prosegue la nota – che il processo di sindacalizzazione delle Forze di Polizia ad ordinamento militare sia necessario ed ineludibile per meglio garantire il buon andamento della Pubblica Amministrazione e per vedere finalmente riconosciuti quei diritti che la Costituzione garantisce a tutti i lavoratori ma che, ad oggi, la Legge vieta al cittadino militare, servitore silenzioso dello Stato»..
L’auspicio è che «il legislatore possa, quanto prima, approvare una norma sulla sindacalizzazione del mondo militare, in linea con la Sentenza n.120/2018 della Corte Costituzionale ormai di lontana memoria, che recepisca le osservazioni sollevate a carico della proposta come finora palesata e che consenta la reale operatività sindacale così come la Consulta ha indicato nella sua declaratoria di incostituzionalità dell’aprile 2018».