Covid19, prefetture in prima linea per la ripresa in sicurezza dell’economia
ROMA – Quasi 200 mila aziende italiane hanno potuto continuare la loro attività durante l’emergenza Covid19. «Sono state 192.443 le aziende che, al 24 aprile, hanno presentato la comunicazione alle prefetture – si legge in una nota del Ministero dell’Interno – per poter continuare a lavorare in quanto funzionali ad assicurare la continuità delle filiere delle attività non sospese oppure perché di rilevanza strategica per l’economia nazionale».
PROSECUZIONE ATTIVITÀ
Si tratta della comunicazione di prosecuzione dell’attività prevista dal Dpcm 10 aprile 2020, «una procedura semplificata – prosegue la nota del Viminale – che fa affidamento sul senso di responsabilità dei singoli imprenditori e che consente l’immediato avvio dell’attività con la preventiva comunicazione al prefetto che è chiamato a verificarne i presupposti». «Le verifiche non devono necessariamente concludersi con un provvedimento espresso – precisa il ministero – che viene adottato soltanto nel caso in cui dagli accertamenti emerga l’insussistenza delle condizioni che legittimano l’esercizio dell’attività».
CONTROLLI
Le verifiche da parte di task force appositamente costituite nelle prefetture italiane hanno riguardato 116.237 comunicazioni ed hanno portato all’adozione di 2.631 provvedimenti di sospensione. Un numero relativamente contenuto, pari al 2,3%.
Il maggior numero di comunicazioni alle prefetture è stato presentato in Lombardia (23%), Veneto (16,4%) ed Emilia Romagna (16,4%). Seguono nel centro Italia Toscana (7,9%) e Lazio (4,5%), mentre nelle regioni meridionali Puglia (3,7%) e Campania (2%).
COME FARE LA COMUNICAZIONE
A Firenze, dove i controlli finora effettuati sono stati circa 5000, le comunicazioni di prosecuzione attività si possono effettuare collegandosi al sito della Prefettura alla pagina ‘Coronavirus attività produttive’. Vi sono evidenziate le modalità di accesso rapido per
Modello 2 – prosecuzione attività degli impianti a ciclo produttivo continuo.
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