L’incerto futuro dello Stato Città del Vaticano

Pubblichiamo lo stralcio di un intervento di Alessandro Gentili, generale dei Carabinieri (ris.) e già Comandante della Gendarmeria della Repubblica di San Marino. Fa luce sull’ipotesi di scioglimento dello Stato Città del Vaticano, a quasi 100 anni dalla sua costituzione a seguito dei Patti Lateranensi del 1929 firmati da Mussolini. Il testo completo della relazione dell’autore è scaricabile al termine dell’articolo. 

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Il Governatorato dello Stato Città del Vaticano (CC BY-SA 2.0 de, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=539924)
Il Governatorato dello Stato Città del Vaticano (CC BY-SA 2.0 de, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=539924)

ROMA – Tramontato nel 1870, il potere temporale dei papi è oggi definitivamente giunto al crepuscolo e non potrà che scomparire per sempre. Esso è stato ed è tuttora la cosa più lontana e più estranea al messaggio evangelico. Il Vangelo ci ricorda, in proposito, che Gesù non aveva uno stato, “non aveva dove posare il capo”. Anche il primo papa, San Pietro, non aveva uno stato .

Incompatibilità e inutilità del potere temporale

L’evoluzione e l’irrefrenabile  espansione dell’Islam nel mondo, senza un suo capo visibile né una struttura istituzionale, dimostrano quanto il potere temporale esercitato dai sommi pontefici della Chiesa Cattolica sia stato e sia anche oggi una componente estranea e persino esiziale per l’esistenza di una religione. E come per l’Islam, anche l’ebraismo mostra di non necessitare né di un capo né di strutture di governo di una religione sopravvissuta alla diaspora, alle infinite e feroci persecuzioni nonché all’orrendo genocidio della seconda guerra mondiale, che ne hanno tristemente connotato la storia. 

(…) Le evidenti difficoltà in cui oggi si dibatte la Curia Vaticana si riflettono inevitabilmente su una crisi sempre più vasta tra i fedeli, disorientati dalle continue notizie di scandali, e sulla crisi delle vocazioni, che è essenzialmente crisi di fede. È di tutta evidenza che, nel mondo, la Chiesa cattolica è una chiesa missionaria mentre a Roma e in Italia la Chiesa cattolica appare soprattutto come una istituzione secolare.

Gendarmeria e Guardia Svizzera antagonisti

Incredibilmente, la neo restaurata Gendarmeria, soppressa da Paolo VI, si trasformerà in una potente polizia, antagonista della Guardia Svizzera, che in breve tempo metterà in atto inedite attività di indagini, spionaggio e  dossieraggi che avveleneranno il clima  già inquieto tra gli abitanti della città leonina, acuendone la competizione tra i protagonisti, che metteranno in atto una guerra senza esclusione di colpi  che farà soccombere l’anziano pontefice. 

Anche il Tribunale vaticano con i suoi promotori di giustizia inizia una inconsueta attività inquisitoria, spesso anche al di fuori del Vaticano, che porterà la Gendarmeria – in realtà la vera ispiratrice di questo nuovo corso –  ad effettuare arresti, clamorose perquisizioni e, asseritamente in nome del Papa, persino azioni intimidatorie nei confronti di chierici e laici impiegati in delicatissime funzioni. 

(…) Da ultimo, poi, Papa Francesco ha chiamato a dirigere il Tribunale vaticano il dottor Giuseppe Pignatone, che da poco aveva lasciato per raggiunti limiti di età la importantissima carica di Procuratore Capo della Repubblica di Roma. Una nomina che non può non suscitare perplessità e che non può che far pensare che la giustizia vaticana voglia  assurgere a braccio vendicatore del severo ma abbastanza inconcludente Pontefice. 

È tornato il Papa-Re ?

Dunque, la Sede Apostolica vuole diventare essa stessa giudice e carnefice di tutti coloro che si sono macchiati di colpe contro la fedeltà al Santo Padre e che si sono resi responsabili di atti disdicevoli o disonesti? Ma sorge un inquietante interrogativo: è dunque questa la missione del pastore della Chiesa universale? E’ tornato di nuovo il Papa-Re?

No, Santo Padre, non è questo, non può essere questo il ruolo del Vescovo di Roma, del Sommo Pontefice della Chiesa cattolica. I problemi della Curia li lasci al Segretario di Stato e, per il resto,  alla Pontificia Commissione dello Stato Città del Vaticano, che poi alla fine Stato non è se non di nome e del quale la Sede Apostolica poteva fare sicuramente a meno, evitando quegli equivoci che solitamente sorgono quando non si comprende che nel Papa si fondono tre distinte realtà: la Chiesa universale, la Santa Sede e lo Stato Città del Vaticano.

Realtà che non andrebbero mai confuse tra loro ma che invece tanti problemi creano per la vita, l’immagine e la credibilità della Chiesa Cattolica Apostolica e Romana. Si, fu un grave errore ricostituire il Corpo della Gendarmeria, ignorando le ragioni per cui Paolo VI l’aveva soppressa, insieme a tante altre cose, affidandola ad un militare italiano proveniente dai servizi segreti italiani, che la ha organizzata sul modello delle polizie italiane, istituendo addirittura un ufficio Interpol, fregiandosi lui stesso  e i suoi collaboratori di distintivi di grado dell’esercito italiano di generale di corpo d’armata, di generali di divisione, di  brigata e di colonnelli. Tutto per un totale di circa 100 uomini.

Stato di polizia in Vaticano

La Guardia Svizzera può tranquillamente assolvere le indispensabili funzioni connesse alla sicurezza del Papa e del Vaticano. La Santa Sede non può agire come uno stato di polizia. L’aver chiamato un alto magistrato italiano, che fu anche Procuratore Capo a Reggio Calabria, è un’altra scelta su cui riflettere. Non potrà che facilitare e potenziare i rapporti con le procure italiane che, a titolo “di collaborazione”, finiranno molto presto  per  inviare le polizie italiane dentro le mura leonine.

Se Papa Francesco vuole restituire alla Chiesa di Roma la sua autentica missione farà bene a liberarsi della sua qualità di sovrano dello Stato Città del Vaticano, così come ha relegato in archivio il suo titolo di Vicario di Cristo, ed a rinunciare allo Stato stesso, con tutte le funzioni amministrative, di polizia e giudiziarie da esso svolte, che non hanno ragione di esistere. 

La “legge delle guarentigie” già nel 1870 aveva garantito al Pontefice la più ampia autonomia lasciandogli tutte le sedi necessarie per svolgere la sua missione universale. Papa Francesco trasferisca le sue banche nel circuito bancario italiano, affidandole alla vigilanza della Banca d’Italia, e lasci che le indagini per i reati commessi in Vaticano, in Italia e all’estero dai suoi collaboratori siano affidate alla polizia e alla magistratura italiana. Lo status di sedi extraterritoriali per gli spazi e gli edifici che oggi fanno parte dello Stato Città del Vaticano sarebbe più che adeguato per assicurare alla Santa Sede la sua indiscussa indipendenza. Il ruolo di sovrano assoluto del Papa è anacronistico e non può che essere relegato tra i ricordi di un mondo che non esiste più e che non ha più ragione di esistere.

SCARICA QUI IL TESTO INTEGRALE DELL’INTERVENTO DI ALESSANDRO GENTILI

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Alessandro Gentili

Generale di Brigata dei Carabinieri (ris.), già Comandante Generale della Gendarmeria della Repubblica di San Marino

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