Arezzo, torna a Caprese Michelangelo una pala d’altare rubata 17 anni fa

La pala d'altare Sposalizio della Vergine di Tommaso Lancisi

La pala d’altare Sposalizio della Vergine di Tommaso Lancisi dall’originale di Raffaello

AREZZO – Torna a Caprese Michelangelo (Arezzo) un’importante pala d’altare che era stata rubata nel 1998 dalla Chiesa di San Paolo. L’hanno recuperata i Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale che ne hanno bloccato la vendita presso una casa d’arte austriaca.

È avvenuto nello scorso mese di aprile 2015, quando un’importante casa d’aste austriaca ha proposto in vendita un dipinto olio su tela raffigurante «Sposalizio di Maria Vergine», copia della famosa opera di Raffaello Sanzio collocata presso l’Accademia di Brera di Milano. Il quadro, delle dimensioni di cm. 170 x 115, attribuito a Tommaso Lancisi, pittore del 1600 di Borgo Sansepolcro, era stato in quegli stessi giorni aggiudicato per quasi 40.000 euro ad un acquirente straniero.

Le indagini hanno avuto inizio a seguito di una tempestiva segnalazione di un Carabiniere ausiliario in congedo, negli anni ‘90 in servizio nell’allora Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Artistico (oggi Tutela Patrimonio Culturale), il quale informava il Nucleo di Firenze sospettando una provenienza illecita dell’opera. I militari del Reparto specializzato dell’Arma hanno avviato le necessarie verifiche sul dipinto ed hanno accertato che effettivamente era stato rubato il 7 ottobre 1998 dalla Chiesa di San Paolo di Caprese Michelangelo (AR) unitamente a molte altre opere.

Gli accertamenti, eseguiti con la collaborazione dei Carabinieri della locale Stazione e del Polo Museale Regionale della Toscana – Ufficio Ricerche e Catalogo, hanno consentito di appurare che nel 1926 la pala d’altare era stata data in deposito esterno dalle Gallerie Fiorentine alla predetta Chiesa e che la stessa presentava un particolare interesse storico, trattandosi dell’unica opera nota firmata dall’autore: “Thomas Lancisius Burcensis fa”.

Quanto verificato ha permesso ai Carabinieri del TPC di attivare la Polizia austriaca e di bloccare la vendita del dipinto. Nel giugno 2015 la Casa d’Aste austriaca ha restituito l’opera su indicazione del proprietario acquirente, un imprenditore emiliano che venuto a conoscenza della provenienza furtiva accettava di restituirlo trovandosi nella totale buona fede, avendo ottenuto anche il permesso di esportare l’opera da parte degli uffici competenti.

Rientrata in Italia la pala d’altare è stata sequestrata su disposizione della Procura della Repubblica di Arezzo che, a conclusione degli accertamenti e dopo aver raccolto il parere favorevole dell’Ufficio Competente del Polo Museale Regionale della Toscana, ne ha disposto la restituzione alla Chiesa di San Paolo.

 

 

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