Arno 50: Firenze ricorda l’impegno dei pompieri nell’alluvione del 1966

Vigili del Fuoco davanti al Duomo di Firenze

Vigili del Fuoco davanti al Duomo di Firenze

FIRENZE – Si chiama «Arno 50». Una grande manifestazione di piazza per ricordare l’impegno dei Vigili del Fuoco a 50 anni dall’alluvione di Firenze del 4 novembre 1966. È quella che si è svolta martedì 18 ottobre nel centro storico cittadino, tra piazza del Duomo e piazza della Signoria, che 50 anni fa in poche ore furono invase dalle acque minacciose dell’Arno straripato.

In mezzo alla gente

Una grande mostra statica di automezzi e vetture d’epoca dei pompieri per la gioia di grandi e piccini, ma anche dei molti turisti di ogni parte del mondo, asiatici in particolare. Stand allestiti in piazza della Signoria a cura delle sezioni toscane dell’Associazione Nazionale dei Vigili del Fuoco. Lezioni di prevenzione e sicurezza per gli alunni di molte scuole fiorentine. Brani musicali eseguiti in mezzo agli applausi della gente dalla Banda del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco arrivata da Roma.

Erano molte le rappresentanze di sezioni dell’Associazione nazionale. Non solo della Toscana ma di diverse città italiane, a cominciare da Genova. Quasi una festa nazionale del Corpo (graziata anche dalla pioggia annunciata) che, nell’anniversario del 1966, ha voluto essere vicino ai colleghi fiorentini. Un‘occasione – nella volontà degli organizzatori – per portare una testimonianza del passato e offrire uno spunto di riflessione sul presente e sul futuro in materia di sicurezza.

Dal Duomo a Palazzo Vecchio

Due i momenti principali della giornata. La benedizione degli elmi dei pompieri, allineati a formare una croce sul sagrato della Cattedrale di Santa Maria Novella da parte di monsignor

Giancarlo Corti, Preposto del Duomo. Erano presenti, tra gli altri, il prefetto Bruno Frattasi (capo del Dipartimento dei Vigili del fuoco, del Soccorso pubblico e della Difesa civile), il prefetto di Firenze Alessio Giuffrida, il presidente del Consiglio regionale della Toscana Eugenio Giani, il capo del Corpo dei Vigili del Fuoco Gioacchino Giomi. Tra il Battistero e il Duomo erano allineate le bandiere delle sezioni dell’Associazione nazionale e una compagnia di pompieri (ufficiali, capi reparto e capi squadra, vigili) guidati dal Direttore regionale per la Toscana Gregorio Agresta.

Tricolore e concerto

Un applaudito corteo si è quindi mosso verso piazza della Signoria, dove è stato alzato verso la merlatura di Palazzo Vecchio un maxi tricolore alto 40 metri e largo 13, mentre la banda dei Vigili del Fuoco eseguiva l’inno di Mameli. Ma non è stato solo questo il momento di larga partecipazione popolare all’iniziativa. Piazza quasi piena anche durante il concerto della banda dei pompieri, diretta dal diretta dal Maestro Direttore Donato di Martile, che si è esibita a tarda serata sotto la Loggia dei Lanzi e la sua perfetta acustica. In precedenza, nella chiesa di San Pier Scheraggio si era svolta anche una conferenza sull’emergenza di ieri e di oggi. Hanno portato le loro testimonianze il vigile Gino Cacace, icona dei pompieri fiorentini ora in pensione, e il capo reparto Marco Scalella del comando di Firenze, che ha guidato un team di soccorritori ad Amatrice, in occasione del tragico terremoto della notte tra il 23 e 24 agosto 2016.

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Rischio inondazioni

Oggi, mercoledì 19 ottobre, convegno sul «Flooding Rescue» (salvataggio dalle inondazioni) che si tiene nella Cappella dei Pazzi, nella basilica di santa Croce, la stessa che fu invasa dalle acque dell’Arno alte oltre 5 metri in quel tragico venerdì 4 novembre 1966. Sarà presente il Capo del Corpo Gioacchino Giomi. Tra le comunicazioni attese anche quella di Michel Cives, ufficiale della Brigata dei pompieri di Parigi, sulla gestione delle più recenti alluvioni in Francia.

Protesta silenziosa

Durante la manifestazione in piazza della Signoria era presente anche un gruppo di Vigili del Fuoco del comando di Firenze liberi dal servizio, che, terminato l’alza bandiera, ha voltato le spalle alla piazza. «Alla nostra amministrazione, non certo alla bandiera come è stato detto» precisano.

Il motivo della protesta silenziosa – come hanno spiegato alcuni di loro – è la mancata corresponsione di straordinari ai pompieri che, inviati a sostituire colleghi assenti in altri distaccamenti, devono partire con adeguato anticipo dalla sede centrale. È il cosiddetto «rimpiazzo» come si dice nella terminologia interna dei Vigili del Fuoco.

Un gruppo di Vigili del Fuoco volta le spalle

Un gruppo di Vigili del Fuoco volta le spalle

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Una circolare del Dipartimento dei Vigili del Fuoco esclude il riconoscimento del compenso per lavoro straordinario, nel tempo impiegato per raggiungere la diversa sede di lavoro con un auto di servizio, «non sostanziando attività lavorativa».

Dal gruppo «dissidente» critiche anche all’attuale dirigenza del comando provinciale di Firenze, accusata di «mancanza di ascolto nei confronti di tutti i nostri problemi». Da qui la decisione di non poter condividere – pur rammaricati – una celebrazione del «faticoso impegno dei nostri colleghi» in una giornata che si presenta solo come «una passerella per i nostri dirigenti» e dove «per evitare che i lavoratori si astenessero, sono stati trovati i soldi per pagare gli straordinari a chi partecipa».

«È un dissenso strumentale di pochi – commenta il Direttore Regionale della Toscana ingegner Gregorio Agresta – che riguarda comunque una problematica a livello nazionale che nulla ha a che vedere con l’anniversario dell’alluvione di Firenze. Noi gli straordinari li paghiamo. Fa eccezione il caso specifico del tempo di trasferimento per un rimpiazzo, escluso da una circolare del nostro Dipartimento. Tutto qui».

Sulla questione è intervenuto anche il Capo del Corpo Gioacchino Giomi, che nella mattinata di ieri lunedì 18 ottobre, ha visitato la Centrale dei Vigili del Fuoco di Firenze. «Ho rassicurato il personale – ha confermato lo stesso ingegner Giomi a OsservatoreLibero.it – che la problematica è già all’attenzione dei livelli competenti e ci stiamo attivando per risolverla».

 

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Sandro Addario

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